venerdì 31 ottobre 2014

WRC, chi vince e chi perde



Siamo pressochè arrivati al termine della stagione 2014 del Mondiale. Secondo titolo consecutivo per Sebastien Ogier e Julien Ingrassia e dominio assoluto della Volkswagen. Cosa salvare di questa annata? Sicuramente, oltre alla supremazia dei tedeschi ed a quella del pilota di Gap, il buon impatto con il WRC della Hyundai. Apparsa sulla scena iridata a Montecarlo con un'affidabilità incerta, nel corso della stagione ha saputo progredire arrivando a vincere una gara con Thierry Neuville in Germania e salendo più volte sul podio. Il prossimo anno, quando avrà anche una vettura evoluta e migliorata, ci aspettiamo che possa essere una degna rivale della Volkswagen.
In declino - tristemente - Mikko Hirvonen e con lui la Ford Fiesta WRC di M-Sport. I tempi (abbastanza) belli sono passati ed all'orizzonte, salvo clamorose inversioni di marcia, non ci attendiamo grandi sorprese positive. Nel limbo c'è la Citroen che, seppur impegnata nella conquista del WTCC, ha saputo ritagliarsi un ruolo che va un po' al di là di quello di semplice comparsa. Ma per il prossimo anno deve decidere se vuole tornare protagonista o fare semplicemente il figurante sulla scena mondiale.

Emigrante di lusso

A partire da sabato prossimo, 1° novembre, Stefano Domenicali diventerà un emigrante. Di lusso, ma pur sempre un emigrante. L'ex responsabile della Gestione sportiva della Ferrari comincerà un nuovo capitolo della sua vita lavorativa al servizio di Audi. Dall'Italia alla Germania. Nulla di strano, succede. Il fatto è che si tratta dell'ennesimo esempio di genialità italiana passato armi e bagagli ai tedeschi. Toccò in un primo tempo al designer Walter De Silva, fu poi la volta del manager Luca De Meo ed ora è il momento di Domenicali a cui s'aggiunge, con un percorso diverso, il prestigioso marchio a due ruote della Ducati diventato tedesco alcuni mesi or sono.
Domenicali, ha spiegato la Casa tedesca, non si occuperà dell'attività sportiva di Audi ma di progetti legati alla mobilità. Wolfgang Ullrich, il grande Capo a cui si devono i successi a Le Mans e sulle piste di mezzo mondo, può dormire sonni tranquilli. Già, ma fino a quando? Ullrich ha superato abbondantemente i sessant'anni, Domenicali si avvicina ai cinquanta: scommettiamo che nel giro di un paio di stagioni il manager italiano tornerà a bordo pista? Pensare che si occupa di progetti "stradali" è come immaginare Leo Messi costretto a giocare difensore: rimane un buon calciatore ma in un ruolo che non è il suo. Se poi vedremo Domenicali nelle gare endurance o nell'ambiente a lui più familiare, la Formula 1, questa è la grande incognita - un'incognita appassionante - di tutti noi che amiamo le quattro ruote da corsa...

Il Nurburgring parla russo



Si chiama Viktor Kharitonin, ha 43 anni ed è un imprenditore russo nel settore della farmaceutica. E potrebbe essere un benefattore per il mondo delle quattro ruote da corsa. Infatti in questi giorni, per la “modica” cifra di 77 milioni di euro ha acquistato l’area del Nurburgring, il mitico circuito tedesco. La precedente proprietà non navigava in buone acque e si era più volte parlato di un possibile smantellamento del “Ring” per fare posto ad un enorme parco giochi.
Grazie a Kharitonin, che ha preso parte alla Mille Miglia 2014 al volante di una Mercedes 500 K del 1935, il Nurburgring ed il suo fascino per il momento sono salvi. Aspettiamo di vedere, se ci sarà, i progetti di rilancio dell’impianto.

giovedì 30 ottobre 2014

Petter, ci manchi

In questo fine settimana Petter Solberg torna ai rally. Alla fine di una stagione che lo ha visto conquistare il titolo mondiale di Rallycross, il norvegese torna al suo antico amore, quella specialità che lo ha visto protagonista fino a due anni fa ed in cui ha conquistato un iride, undici anni fa. Petter correrà il rally di Condroz, in Belgio, con una Citroen C4 WRC.
Da due anni Solberg non è più un protagonista del rallysmo mondiale, è tempo di fare una riflessione: manca di più Petter ai rally o i rally a Petter? Noi crediamo che lo scandinavo nel rallycross si diverta da matti e quando uno vince, qualunque sia la specialità, si diverte ancora di più. Allora il fatto è che Solberg manca - e tanto - al movimento rallystico. La sua spontaneità, la sua genuinità e la sua spettacolarità molto hanno fatto per diffondere i rally anche tra chi appassionato non lo era. Nel Mondiale di oggi uno così non c'è. Purtroppo.